Tante abitudini dell'uomo vengono spacciate per estensioni del suo istinto di sopravvivenza. Pulsione che spesso sconfina nell'ovvia e scarsamente mediata ricerca del piacere. Per il vero molti suoi comportamenti appaiono pustole di una inarrivabile arroganza. Confinato su un piccolo, irrilevante pianeta e in vista del proprio destino, assai prossimo a quello di un sasso, l'uomo ama immaginarsi al centro del mondo e così giustifica con se stesso il fatto di esserne il peggiore parassita conosciuto.

venerdì 3 febbraio 2012

Altri pipistri



il vampiro è tornato tra i giusti
e reclama un tributo di sangue
e di orrori robusti
è tornato e si vuole che impazzi
cercando d'incaute pulzelle
le turgide vene
e più lievi sollazzi

eppure si dice (ma non si è sicuri)
che vaghi perplesso rasente quei muri
che narrano a tratti a vivace pittura
di gente e di fatti di trista natura
si vuole deluso dei vaghi sospiri
di vergini avvezze a ben altri vampiri
assetati di cose assai meno innocenti
che fragili imeni e seni opulenti

sta il pipistrello e trasecola
ma non dà retta alla vocina querula
che suggerisce un sistema più pratico
per procacciare il suo companatico
spiega le ali e digrigna i canini
l'orrendo sorcetto segnale vivente
del male di essere quello più strano
il diverso il reietto
la morte incombente
a dispetto del genere umano

un po' più avanti per strade indegne
l'anima secca e il cuore si spegne
a chi piange e chi pecca
sospende un istante la crapula
e attende a più biechi commerci
e si lecca le labbra già pregne
di umori di fresche conquiste
per sugger di vecchie ed immonde

di bel nuovo adorate e feconde
le vergini vinte si fanno più avanti
e giocano anch'esse fastose scommesse
recando fra i doni più osceni e malvagi
il veleno del vivere mogio e sicuro
all'ombra del plagio difeso ad oltranza
ostentano fiere il tessuto più duro
di vene percosse e indurite dagli agi

e infine al chiarore dell'alba
un grido più alto
e tenore e soprano e contralto
si scambiano note di vero terrore
invocano aiuto
invocano amore
e ancora non riesci a capire
il mostro che muore

giovedì 2 febbraio 2012

Tutto di tutto e nulla


una stella cadente, angelo spento sperso
dell'uomo universo dice luce e collasso,
ma se ti viene da presso non è che un sasso

domenica 29 gennaio 2012

Ultima




Notte




                                                                                                              Parole inutili































Allo specchio






















    
    Nella notte



                                                  Stelle cadenti
   
                                           






















 
 











sabato 28 gennaio 2012

poesie di pipistro (4)


(martedì, 18 ottobre 2005)

estate di miele
e incoscienza
un errore banale 
ospedale 
reparto infantile
agli occhi dolenti 
una garza sottile 
rivela una svista fatale
e la sorte 
modella
un profilo di morte



(mercoledì, 19 ottobre 2005)

sproloquiando fin da sera con la luna che risplende
tra vermetti a tarda notte si discute e sottintende
che sto mondo così tondo non sia altro che una mela
mentre il vento se potesse ci direbbe ch'è una vela

la polemica si stende su argomenti assai intriganti
si descrivon le tangenti di un consesso di briganti
si combatte a spada tratta sugli imbrogli del paese
quando poi tutti dobbiamo far dei conti a fine mese

si verseggia che la terra sia per ogni razza uguale
tosto infine si proclama che non conta il madrigale
a far convivere le genti siano buone o sian fetenti
è un po' poco una colf negra per vedersi tolleranti

di virtù e di cose buone che per tutti appaion pane
c'è carenza e ne siam certi quando anche le puttane
si vorrebbero tassare mentre stanno attente in riga
calcolando a lor le imposte dal consumo della figa

[POSTUMI 9]



(giovedì, 17 novembre 2005)

il punto non è un vanto
se espunto il disappunto
è con rimpianto

che canto in questa sede
che per poca mercede 
d'italica congrega

l'unto novello d'arcore
alla più bassa lega
s'è venduto le pecore



(mercoledì, 07 dicembre 2005)

pensieri tetri 
affilati 
taglienti 
che erano vetri 
a straziare la carne 
dolente di voglie
e cristalli di sangue
mostravano il fuoco
di quella che era
la mente che langue
una vita da poco
disciolta nel fiele
di membra contorte
nel gioco crudele
di un sogno 
già nato esaurito 
e bisogno di morte



(mercoledì, 08 febbraio 2006)

Cave homunculum

ben sapendo
che si va trattando
chi di querela 
ha fatto professione
per trarne reddito
da diffamazione
disputare non giova
al suo cospetto
e non ingiurio
ometto




(giovedì, 23 febbraio 2006)

Cave iracundam

se vaghi in preda all'ira 
e senti di dover 
prender la mira 
da focoso destrier 
e il cerebro governa 
a portar più che pace 
armi e giberna 
e se ormai vomiti 
pensier fallace 
dovresti ricordar 
«meglio se tace il giusto 
che ha smesso di recar 
seco d'ulivo 
forte un arbusto»



(giovedì, 13 aprile 2006)

Caffè

finita pappa e tiggì
siamo qui
con la solita zuppa
e appare corretto
grappa (no)
battersi il petto 
a gara
flagellanti 
pinocchi
ridicoli falsi 
e gli occhi 
a una bara
tra i tanti
che sudano fiele
e medaglie
oddio
quanto onore
e frattaglie 
pompando sangue
e innocenza



(sabato, 20 maggio 2006)

I puffi son così

venghino lor signori
venghino
che vendo l'elisir
di lunga vita
venghino che non m'arrendo
volgare ed invadente
come una pentola 
da tempo zeppa
di mesta zuppa
sbotto e sbuffo
e come un disco rotto
un rumore noioso
uno stantuffo
condisco le mie fiabe 
riccamente
ma a tutti è ormai evidente
sono un puffo


(lunedì, 22 maggio 2006)

Siamo mostri

viscere stese
a raccogliere odio
e sete d'essere
di sputi sedata
esser vergogna
di uomo e d'animale
essere il mostro 
il demone sgravato 
da carne maledetta
essere il male
esposto sulla gogna 
mostrato alla bisogna
di chiunque debba fare
dell'ipocrita un giusto
eppur respiro e vivo
ne ho la prova
e mio malgrado esisto


(domenica, 04 giugno 2006)

Allo specchio

io piccolo ventre mio
liquido dolce 
caldo frutto di dio
mille volte violato
e senza il tempo
di farne poesia e noia
o un orpello stantio
ma di imperiosa foia
di donna di cortesia
resta dono sublime
e muoia
muoia infine 
ogni pudore stolto
muoia amore 
travolto
dalle tue rime ed io


(giovedì, 14 settembre 2006)

Topi con le ali

e non sarai assuefatto
al tempo del nostro errore
stolidamente attratto
da un colore
dal furore di un ratto
dal mare
ti chiameranno matto
se potrai volare


(mercoledì, 20 settembre 2006)

Eredità

o ria natura 
senti il male 
e pura d'irata 
specie animale 
sei tal che l'aspra
ed affilata lama 
lasci che corra 
e il fiele
d'incancrenito nerbo
sull'umana speme
come serpe letale
che alla fine rese
a dio 
veleno e verbo 
insieme




(martedì, 24 ottobre 2006)

Tanto niente

languore e roba da poco
che ami chiamare amore
o amaro gioco
per vivere l'ossigeno
del cambiamento
che vesta di gioia
se pure effimera
un banale sentimento
radice dell'essenza
di cui hanno detto
non si può fare senza
destino di vita oscura 
e di tediata specie
languida semenza
venga quindi dal cuore
ad attutir la noia
di un passato invadente
per nutrirti ancora
di un tiepido risveglio
e tanto niente


(lunedì, 30 ottobre 2006)

Guerra dei bimbi

sorge quando può
e tramonta presto 
il sole
sulla guerra dei bimbi
il giorno muore
e lascia posto 
al resto
al conto delle ore
che scandisce 
col passo della luna
umido orrore
e lo strepito sordo
che la sorte
non ha inteso 
stavolta
fosse odore di morte 
e una vita da poco
tiepido ricordo


(martedì, 16 gennaio 2007)

Vita

lungo grigio dolente
inverno sei dell'anima
e della carne inferno
sei imbarazzante lacrima
che con il passo isterico
un agnello tremante 
reca con sé all'altare
e in vista del coltello
impreca e urla
d'esser per tale burla
unto ed oggetto
deriso e benedetto
della paura avìta
del pianto e del sorriso
della vita




(domenica, 09 dicembre 2007)

Disperanza




(domenica, 04 novembre 2007)

Che vale?

che vale riavere amore per sorte 
di una vita che più spesso è morte 
se il calore del fuoco scappato 
a un tramonto distante e svogliato 
sovente si spegne nel vuoto 
e supino si lega al passato? 
se tutto si stempera in acqua stagnante 
di più vaghe e solubili tinte 
acquerelli di un dio ridondante 
grondanti di miti di angeli spenti 
intenti a lottare un demonio incombente 
ma non a spiegare il concreto presente? 
se la notte è turbata e corrotta 
e l'aurora è una strada sbarrata 
angustiata e svilita e pesante 
dell'ansia di avere e cogliere il volo 
dell'essere e amare e riamare e morire 
da solo da sempre ma senza capire? 
basta allora mi fermo 
e respiro un ricordo che è solo un inferno 
di puro sentire 
di mani che vogliono dire 
di corpi avvinghiati al rumore del mare


(domenica, 14 ottobre 2007)

Per Marilù, Teo, Harpo, Isotta e gli altri

Vi hanno detto vivi
senza un perchè
Piccoli cuori caldi
Occhi solo per te
con un tozzo di pane
e una carezza
Muto amore di cane
Anime belle
E non capiamo voi
come le stelle


(mercoledì, 30 maggio 2007)

Malleus



immagine by danith


sei qui per me
e ti sento
donna come la morte
dono del vento
e di trame contorte
fattrice menzognera
che nella notte scura
sempre è da sempre
languida specie
e morbida iattura
femmina traditora
come di chiesa
vipera e signora
a sua difesa
è fasulla e ciarliera 
e per natura 
ambasciator del nulla
sei qui per me
una volta
e la luna di gallura
non ignora 
che se qui sei silente
a compito pietoso
attendi ancora
e attendo anch'io
stavolta 
tu sei il dio
femmina che mi spoglia
di quel peso 
e giunto sulla soglia 
di una vita stravolta
ora che ho speso
l'ultima bolla d'aria
tu d'altra bolla giudice
finalmente sincera
sei qui per me
alla fine 
ad alleviare l'ora
ma sii lesta
femmina accabadora


(venerdì, 13 aprile 2007)

Strada

era una semplice lacrima
un residuo d'anima
una lacrima in eccesso
che oliava il male di essere
sempre se stesso
una lacrima e parole alate
per quel che valeva e vale
vele spiegate ma non capite 
e distese nel carnevale
talvolta col vento in poppa
angoscia d'orizzonte lontano
o strada sempre tanta e troppa
ma piangendo sempre di meno 
sapore di luna e di luce
e sale dalle acque rotte
quando vieni rimbalzi e vai
tra guai rivincita e rabbia
e sabbia tra i piedi scalzi
ma sapendo che arriverai


(lunedì, 17 marzo 2008)





(lunedì, 21 aprile 2008)

Passaggi

se il tempo passa e va
spesa la vita in cassa
che noi si passi aspetta
di quanto dato incassa
quello che della massa
di quella vita resta
sia dei giorni di festa
sia della fine mesta
solo per chi è rimasto
a cogliere altro guasto
e della morte il lezzo
chiederà conto ancora
chiederà un caro prezzo


(sabato, 26 aprile 2008)

Scarti

un foglio di plastica fine 
destinato a coprire gli avanzi
tra fluidi indecisi 
e resti di pranzi
infine 
una notte nel frigo 
si trova d’innanzi
un piatto di fave
e un litro di te

ed eran trascorsi
tanti anni di fughe
rimpianti e rimorsi
da quando 
tra funghi e lattughe
aveva incontrato
in un litro d’aceto
uno specchio 
e coscienza di sé

parecchio da allora
aveva pensato 
di essere usato 
soltanto
per far da coperta
a resti bisunti
frattaglie
e scarti di vita
finita in patè

e invece stavolta
aveva incontrato
una vera risposta
nel muro vedeva
una porta
qualcosa di bello
gli strani legumi
con una caraffa
da litro di te

accanto al baccello
svuotato
si erano svolti
i saluti di rito
parole un po’ vuote
di questo o quel mito
del tempo svanito
seguendo una fola
o il trono di un re

era fame era freddo
era sesso era gola
era quello che un tempo
era bello o bisogno
era tutto era niente
era un sogno 
ero io
(e il frigo emetteva
un vago ronzio)


(martedì, 20 maggio 2008)

Legalizzare il mostro



(martedì, 15 luglio 2008)

Isole da sognare

Pensa per un momento
a un’idea irriverente.
Ad invertir le parti
(ché non si perde niente).

Un reality nuovo
senza lacrime e insulti
di pochi guitti dediti
ai singhiozzi e ai singulti.

E invece di riprendere
una vita fasulla,
volgiam le telecamere
agli utenti del nulla.

A quelli che ogni sera
vi assistono a milioni.
Poi manderemo in onda
l’Isola dei Coglioni.


(giovedì, 25 settembre 2008)

Anonimo

Semina verità
che pare finto
E l’arroganza è tal
che ognuno resta attinto
da tanta vanità
Ma la bocca ha sospinto
chi radici non ha
Il verbo è stinto