Tante abitudini dell'uomo vengono spacciate per estensioni del suo istinto di sopravvivenza. Pulsione che spesso sconfina nell'ovvia e scarsamente mediata ricerca del piacere. Per il vero molti suoi comportamenti appaiono pustole di una inarrivabile arroganza. Confinato su un piccolo, irrilevante pianeta e in vista del proprio destino, assai prossimo a quello di un sasso, l'uomo ama immaginarsi al centro del mondo e così giustifica con se stesso il fatto di esserne il peggiore parassita conosciuto.

mercoledì 25 gennaio 2012

poesie di pipistro (2)


(martedì, 14 dicembre 2004)



notte calda di stelle

notte dal mare al cielo
hai il sale sulla pelle
e sulla pelle un velo
mentre bevi il piacere

d'essere stata schiava
e rinata principessa
con gli occhi ancora immersi
in un'immagine riflessa

ma ora lasciati essere
e non essere nessuna
quando le labbra umide
ti bacerà la luna







(lunedì, 13 dicembre 2004)



passo su passo poi lentamente passa e ripassa e non reca niente nota su nota s’apre una porta e tuona una grancassa una vita vuota una musica stolta e uno spartito bianco tante righe nel buio ma tu sei stanco dentro musica triste e patetico io ma tutto passa e passa amore e vita e dio un pianoforte suona non sono io


deciso all'ingresso un sorriso per pochi momenti è banale è lo stesso è normale è calore di un mondo irreale è vapore all'uscita nemmeno un rimpianto stringendo le dita pigiando un pedale è un gioco nel bene e nel male è come la vita un traguardo ma senza uno scopo nè prima nè dopo






(domenica, 12 dicembre 2004)



POSTUMI 8


è un sabato stanco
una fila imponente
alla cassa
tantissima gente
tra scaffali stipati
di vaghe mercanzie
si incontrano stupiti
tra il serio e il faceto
tre metri di alluminio
e un litro di aceto
un litro di acido scadente
neppure spacciato per buono
un intruglio indecente
da anni venduto
a sciatte donnette
per dar condimento
a insalate
più adatte ad esser gettate
che a far da contorno
nella ressa di afrori
si guardano attorno
le merci neglette
vicino alla cassa
pochissime lire
non hanno gran peso
neppure su scarsi bilanci
ma ora si senton di qualche
importanza
nel gioco di amarsi
tra mille rifiuti
non vogliono esser venduti
a donne da poco
a miseri deschi
a padri maneschi
e lesti a pensar che la figlia
non è che una troia
se prima di sera
per voglia o per noia
è senza mutande
e accade che pecchi
con uno più grande


alla cassa
tra tante vivande
alluminio
e aceto da poco
per pochi momenti
per gioco






(venerdì, 10 dicembre 2004)


tra nebbie di colpe vane
e il labbro umido appena
di tiepido fiele
maglia inane e crudele
dell'iniqua catena
di congreghe rapaci
tanto più forti
quanto più mendaci
di pregare capace
e nel contempo
far bottino dei torti
intanto giaci
ebbro al potere
di giudicare
i vivi e i morti
e taci


[Festival di Vallerano, 4 dicembre 2004]


[Milano. I giardini del Teatro Litta, 18 giugno 2005]






se vale essere
di carne effimera
e fragranza di cenere
nel blu improbabile
di un cielo fragile
essere è il male


il ratto spegnersi
di un giorno livido
dia fine all'incubo


e morte nera e nuda
le sue porte oscure
come labbra schiuda


[Festival di Vallerano, 4 dicembre 2004 - www.pipistro.net]







raccogli accogli cogli il vento
lascia che il tempo porti con sè
il rimpianto col suo lamento
attento attendi apprendi e addita
aprendo porte che dalla sorte
han visto sorgere morte e vita
di te per primo sorbisci il brodo
mesta rimesta e riscopri il modo
di aver calore se il gelo avanza
danne a chi ride danne a chi danza
non preoccuparti se poi ne avanza
purchè non resti dentro uno scrigno
a decantare nella tua stanza
scava una buca e poni un macigno
sopra chi svende bene e maligno
di troppo amore recidi il fiore
se porta il groppo del tuo rancore
cerca un approdo a diverse rive
lascia che muoia chi già non vive


[Festival di Vallerano, 4 dicembre 2004]






(giovedì, 09 dicembre 2004)



gioca pure con me morte
la notte che ti è compagna
mi ha reso forte
alle note più dure
e amico 
di mete più oscure
così ridi pure 
di me


ma fa che le rime di ieri
di meri rimedi
non rechino ancora
un riflesso che infine negato
è un'ombra
il residuo dolente
di quello che è stato


che quando di voglia di essere
di vivere e amare
un giorno di sole è dimora
la sera di sole amare parole
ti svela
che è solo più pena
aspettare
una notte serena


lascia che scorra via
è già stato
lascia che sia
passato







(mercoledì, 08 dicembre 2004)



respiro il respiro
tra un palpito vero
e profumo di pelle
conservo di quelle
carezze sincere
(e neppure del tutto)
un sottile piacere
dacchè forse poco
dell'amore eran frutto
di tenerezza il gioco






POSTUMI 7


tra esprimere il vivere
e celare l'essere
tra sogno e realtà
tra cercare
e non voler vedere
resta il piacere
di far correre un fiume
di parole prigioniere
di pensieri in libertà






POSTUMI 6


curvetto a distillare
nella buia stanzetta
vapori di saggezza
in rivoli di rime
che si rivelan solo
critiche smunte
dell'altrui pochezza


a farmi sacerdote più di tanti
che nel profono soffrono gli eventi
e pure stanno fissi e molto attenti
aspettando che passi
mi attarda il buffo macerar la storia
di cui serbo memoria
per poi cantare al caldo il pio lamento
sulle più viete malattie del mondo


perdonatemi allora
perdonate se d'inutile sgomento
getto lacrime ai fiori
seccandole col vento
di vane filastrocche
e se sono più lesto
a trasudar sapienza
che nessuno ha richiesto
che a meditar di ciò
che mi tien desto


se non s'avrà talento
per dire cose argute
si potrà raccontare
non esser che minute
per ribadir più avanti
vedendoci più chiaro
che furono le chiose
a qualcosa di amaro


e se vi sembra
che in onestà parrebbe
forse meglio tacerne
ogni effimero aspetto
non c'è problema
smetto






(mercoledì, 01 dicembre 2004)



Voli









(sabato, 27 novembre 2004)

prima sera d'aprile
primavera di tempo
passato da tempo

di cielo e di mare
di un solo colore
e odore di pioggia

di terra e di mare
e un solo dolore
non dimenticare

chi ha pianto
in silenzio



POSTUMI 5

andremo a mare in falsa guisa di iattanti amanti
a rimestar di saporite gioie e noie i sentimenti
per ricercar di ingenuità rifatte tarde pulzelle
del pari attente ad ostentare vesti di fanciulle


sacerdoti e vestali di memorie amare o solo vati
di scadenti miti tanto futili da essere esiliati
nel fardello più trascurabile dell'ansia d'amare
andremo a calpestare i passi di un sordo rancore


nel timor che si estenda improvviso il temporale
che in tanta parte ognor ci parve essere il male
e più vicine paventate nubi scorrano l'orizzonte
staremo a riveder d'antichi guai l'ora del canto


e scherzando col tempo adusi al riso e al pianto
vedremo sul cuore infine quieto posarsi un manto



(domenica, 21 novembre 2004)

danzando insieme 
anche stanotte 
ho seguito il tuo passo 
ho sentito il profumo 
delle tue labbra 
e il calore della tua pelle
e infine ti ho reso alla luna 
che mi ha regalato
ancora una volta 
tutto di te



lame di luce
se tutto tace 
ed è più lieve 
cogliere 
ombre d'amore
si può sentire 
fresca odorosa 
e mite
una rosa 
facciamo piano 
per non svegliarla
ora
riposa



(sabato, 20 novembre 2004)

è per te sola
per la tua voglia di vivere
per la tua voglia di ridere
per la tua voglia di amare

è per te donna
per la tua ansia di essere
per la tua gioia di fondere
nei pensieri più veri
i germogli più teneri

è per te vera
se fra le gemme più fragili
della tua voglia di credere
qualcuno mai possa giungere
ti sarò vicino



POSTUMI 4

così com'è
nuovissima ricetta
tra scaglie di vita a vanvera
non hai più da saggiare
la scipita salsetta
di mete altrui

nelle vene indurite
l'etilo ti trastulla
e non sai dir più nulla
e quel che dici tedia

lascia che sia di freddo
di dolore o d'inedia
lascia che sia soltanto
così com'è

mentre ti bei
di soddisfare i fatti tuoi
tu innanzi tutto e tutti
e mondo e vita e mito
scavi dentro te stesso
e non ne sei più ferito

fredda nera bellissima
ineguagliata dea
nascosta
dietro un dito
vaghi tra noi
vittime forse 
e tagli i ponti immani
di ieri ed oggi e infine
di domani

se nuova vita
nuovissima ricetta
tra rimorso e sfiducia
ci dischiuse le porte
mal se n'è fatta incetta
l'ultimo sorso brucia
l'ultimo sorso è morte

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