Tante abitudini dell'uomo vengono spacciate per estensioni del suo istinto di sopravvivenza. Pulsione che spesso sconfina nell'ovvia e scarsamente mediata ricerca del piacere. Per il vero molti suoi comportamenti appaiono pustole di una inarrivabile arroganza. Confinato su un piccolo, irrilevante pianeta e in vista del proprio destino, assai prossimo a quello di un sasso, l'uomo ama immaginarsi al centro del mondo e così giustifica con se stesso il fatto di esserne il peggiore parassita conosciuto.

mercoledì 25 gennaio 2012

poesie di pipistro (3)


(mercoledì, 09 febbraio 2005)


un giorno una fanciulla
passeggia in un boschetto
e incontra un pipistrello
ed un cagnetto

il primo si presenta
sebbene un po' perplesso
"sono il turpe pipistro
con un cagnetto appresso"

e chiede alla fanciulla
leggiadra come il sole
che fai? qui non c'è nulla!
solo funghetti e viole

esco dal mio maniero
comincia la pulzella
quando l'umore è nero
ma la giornata è bella

e accade molto spesso
vagando per il bosco 
che incontri come adesso
gente che non conosco

imparo tante cose
vedo che della vita
fuori c'è assai di più
che nella casa avita

il cane e il pipistrello
guardano la fanciulla
sorridono tra loro
e svaniscono nel nulla

intanto il sole cala
e scoppia un temporale
la piccola si sveglia
è solo ...carnevale



(martedì, 08 febbraio 2005)

il peggio era sentire 
un'idea solitaria 
distante persa 
nella marea di tante 
seguirla come un fiotto
di sorgente che sgorga
e si disperde 
prima che te ne accorga
nel mare
del solito ordinario
usato abituale
rimaneva un sudario 
di comune impotenza 
una vita banale



(domenica, 06 febbraio 2005)

se guardiamo al domani
di umanità fasulla
cosparsa a piene mani
non ne fanno le spese
quelli che a fine mese
non sbarcano il lunario
e son pronti a insegnare
che al semaforo i negri
son solo farabutti
(vadano a lavorare!)
perchè è dura per tutti

ma non fan differenza
tra il fatto di indossare
scarpe di poco prezzo
e il lezzo di una stanza
dove quei porcaccioni
posson vivere in trenta
subendone il disprezzo

(ma dov'è la creanza?
come fanno?
recheran danno
con le loro lordure
alle fragili aiuole
che in un giorno di sole
ci allietano il cuore?)

e voglio farvi grazia
dei commenti assassini
sui poveri bambini
sporchi (davvero sporchi!)
ma così ...carini
che non han colpa
mentre certo ne hanno
i loro brutti padri
vecchi straccioni
affamati e ladri

ma sono solo anonimi
morti di fame
ed è più facile dimenticare
che se anche un negro
non potrà mangiare
con quei danari potremo prenotare
un ombrellone per andare a mare

del resto
impareranno presto
basterà osservare




(martedì, 18 gennaio 2005)

prima silenti calcheran le porte
a cingere d'assedio la roccaforte
gli acri vapori esalati dalle bulle 
renderan lorde l'anime fanciulle 
di amaro pianto veleran le mura 
stemperando nel sangue la paura 
poi arriveranno a cavallo urlando
e sarà un macello
saranno tanti e brutti
e non si daran pena di vederci distrutti
per sistemarsi lesti ai nostri deschi
e usar come pitali i nostri teschi
e quei di ciò affrancati
guarderanno sereni questi rozzi signori
baciare i seni e le caviglie
e carezzar le reni delle loro figlie
mentre di preci vane e gesta ardite 
resterà sale per le ferite
e fuoco per sacrificare
nuovi polli agli dei

ma oggi ci han detto che non dura 
nè fame nè sete nè paura
ci han detto che con cura
per fine settimana
laveran la lordura 
dai nostri cuori
per far sì che non guasti
il passeggiare austero
(e pure lieve)
dei novelli signori
innanzi a noi rimasti
a raschiare i resti
di sotto agli zoccoli
arroganti
che hanno calpestato
i nostri corpi
i figli i sogni
e i santi



(mercoledì, 12 gennaio 2005)


del botto primordial
fragile burla
restiamo immersi
in una logica rapace
che tutto urla
e al tempo stesso tace
e nutriamo
d'incenso i nostri dei
quando per tanta parte
di vita inerte
ci nutriamo di noi
e muti
tra le braci spente
di un'idea
resa menzogna
celebriamo chi mente
e ne proviam vergogna
mentre beffardo
dentro di noi
qualcuno guata e ghigna




(lunedì, 10 gennaio 2005)

scrivere e scrivere
per far capire
e poi descrivere
e ribadire che
scrivere è scrivere
per non morire
correre è correre
appresso alla vita
correre prima 
che sia finita
correre e correre
e correre forte
perchè ti corre 
dietro la morte
ma se ti arresti
e la fissi diretta
si ferma un attimo
quasi interdetta
e ti guarda stupita
sei giunto alla vetta
l'hai annichilita
e stavolta aspetta




(giovedì, 06 gennaio 2005)


chino sul margine
del nastro asfaltato
soffre da un pezzo
un cane disperato

s’offre ad un prezzo
davvero stracciato
una carezza è il prezzo
di un cane abbandonato



(sabato, 01 gennaio 2005)

e ancora e ancora avanti
ma avanti non c'è nulla
solo i demoni e i santi
di una vita fasulla

un percorso imbevuto 
di un volo mai volato
per planare nel vuoto
riflesso del passato

se di tante parole
oggi ne resta una
non importa se è il sole
o il freddo della luna

sei un gabbiano di gesso
da tanto tempo e ormai
oggi forse è lo stesso
se voli vieni o vai

quel poco che silente
ti regalò la luna 
l'hai giocato sul niente
su ali senza fortuna

tante piccole lacrime
nel tuo andare volubile
tante piccole gocce
di sangue inutile




(domenica, 22 maggio 2005)

hai lasciato morire
un'altra bufera
hai sentito svanire
il calore del fuoco 
ormai è sera
era un gioco
di corpi e di mani
e domani
se il sole 
asciuga le ossa
e un sorriso
annacqua il ricordo
di ieri 
il tempo è finito
non c'eri
e pure del fuoco
è rimasto 
ben poco



(giovedì, 28 aprile 2005)

cento frustate 
il prezzo del peccato
secondo la pretesa volontà 
di un dio malato 
riflesso indegno di uomo 
che secondo se stesso 
vuol vergare sul mondo 
il proprio segno 
e tornando nel fango 
misero da cui è nato 
guardandosi allo specchio 
a propria somiglianza 
lo ha creato



(lunedì, 25 aprile 2005)

ullallà ullallà 
le han detto di nuovo 
tra mille insciallah 
le han detto che dio 
ha detto al mullah 
che lei come adultera 
il sangue berrà 
e dovrà sbrigarsela 
nell'al di là 
laddove la vita 
continua di qua 

laddove la morte 
di meglio non ha 
che offrir come premio 
per una jihad 
il certificato 
di verginità 
di tante pulzelle 
la cui castità 
è a prova di bomba 
e il prezzo si sa 
è solo la tomba 
ma le cui mammelle 
rimangono belle 
per l'eternità



(martedì, 05 aprile 2005)

figli forse
di un dio malato
e di uomo e del fato
nati sconfitti
dall'apparir mortali 
e frutti afflitti
di un universo effimero
siam destinati
a render tempo al tempo
dalle vie sparpagliate
di inane umanità 
per riportare anima 
e pensiero 
infine
al grumo univoco
di un buco nero



(sabato, 19 marzo 2005)

luce scappata
da un buco nero
e sensazioni
ero
dove conduce
non so
ma è luce
dov'era buio 
e non c'era suono
piccola vita
sono fuggita
e sono



(mercoledì, 16 marzo 2005)

più della gioia effimera 
è assaporar l'oblio 
dimenticare e vincere 
del vivere la noia 
veder che se anche fui 
adesso non son io



(lunedì, 14 marzo 2005)

serata di bagordi
un cane e un pipistrello
ritornano al castello
sommersi dai ricordi

ma ritrova la via
il pipistro viandante
e col cane barcollante
entra nella poesia

e a stento si riprende
l'entrata sembra storta
ma raggiunta la porta
l'apre ed il manto appende

il cane lo accompagna
non si è scelto il "padrone"
un pipistro ubriacone
ma neppure si lagna

e mentre il primo sfatto
stenta a varcar la soglia
all'altro viene voglia
di fare un poco il matto

l'ultima ampolla stappa
il pipistro annebbiato
e il cagnetto agitato
mangia svelto la pappa

e in bagno ultima tappa 
si spaventa allo specchio
perchè un litro è parecchio
soprattutto di grappa

ma crolla infine a letto
che il sonno ormai lo assale
cranietto sul guanciale
e al suo fianco il cagnetto

i ricordi e i bisogni
ormai son solo storia
si è spenta la memoria
e rimangono i sogni



(domenica, 13 marzo 2005)

pensieri strappati dal buio
ma ancora avvinghiati
a un ricordo sbiadito
a un pensiero
a un dolore più sordo
tra freddo e incertezza
il timore di una carezza
la paura di vivere ancora



(mercoledì, 28 settembre 2005)

pancia gonfia 
dei tanti e troppi 
urla silenziose di fame 
disperazione furia
nutrita di promesse 
e parole e resti
del più forte
a colorare vite
di ossa spezzate
di carne irrisoria
percossa e stritolata
e fatta a brani 
altrove 
tronfia platea 
fa storia e decide
utile morte



(mercoledì, 07 settembre 2005)

come angelo lieve
amica
ti ricordo



(lunedì, 05 settembre 2005)

in una notte come tante oscura 
quando il buio dà spazio alla paura
di norma lascia la bara il pipistrello
ed esce svolazzando dal castello
ma una notte d'estate senza luna 
disdegna il sangue della sua cena
e vaga sconsolato e senza pace
il topo alato finchè tutto tace
e i pensieri scelgono altre vie
e si seccano lacrime e poesie



(sabato, 03 settembre 2005)

è per te stanotte
anima avvelenata
che dei tuoi pensieri
stringi i frammenti 
e nel buio ti aggrappi
solo ai momenti
che hai lacerato ieri
giacchè di vita acida 
hai sorseggiato tutto
ma di te stesso 
hai ucciso il frutto
e ancora adesso
che della tua fame
hai fatto mesta
una bandiera ed ora
nella tua testa 
è per te che ancora
di questa notte
resta l'amarezza


(sabato, 27 agosto 2005)

quasi per caso un giorno
a tanti giorni uguale
privi per un secondo
del dovuto controllo
in un baleno i pazzi
han conquistato il mondo
celebrando tra i lazzi
di un gaio girotondo
un osceno rituale
e per ciò stesso immondo
agli occhi retti e puri
della vieta morale
e benchè duri
v'è da esser sicuri
che non s'andrà di lena
a festeggiare
non si vorrà volare
anche se per ventura
nudi della zavorra abituale
che ha reso
il giorno appresso
al giorno innanzi uguale

anelli indispensabili
di ordinarie catene
subiremo piuttosto
dei germi inaspettati
di nuova irragionevole
speranza
la rinnovata mattanza




(giovedì, 28 luglio 2005)

nella notte lasciva
sola discinta
scivoli sui fianchi
e lasci gli occhi stanchi
di bambina dipinta
veleggiare sereni
raccogli il fiato gelido
del vento sui bei seni
e di carezze sapienti
rabbrividisci
poi sospiri e balzi
tendi i piedini scalzi
e le labbra dischiuse
verso i baci roventi
di mille ignoti amanti

ancora gioco
anima vita sesso
amore poco
purchè il bagliore fioco
di un altro amplesso
non ti spaventi
e il suono roco
di un'altra voce stenti
ad esser fuoco
che non dà pace

quando chi ancora vive
già con chi è morto giace
meglio se non ne scrive
dorme ridorme
e tace




(martedì, 26 luglio 2005)

certo che lui correva 
e poteva aver la bomba 
forse era spaventato 
ma gli daremo una tomba 

venuto dal brasile 
a far l'elettricista 
di nulla può dolersi 
perchè è stata una svista

e mentre con la vita 
qualcuno si trastulla 
il suo epitaffio resta 
sono morto per nulla 




(mercoledì, 29 giugno 2005)

se hai chiesto pane
ti hanno venduto dio
e per sedar la fame
se all'inizio
hai chiesto di sapere
han detto che era un vizio
e ti hanno dato 
la chiave dell'ignoranza
e un traguardo invisibile
e un libro di preghiere
per pietanza

se hai chiesto acqua
di vita e di piacere
e sperso nella nebbia
dei gesti futili 
di questa vita il succo
non hai potuto bere
ora respiri il trucco
e il sapore di sabbia
ma tra gli effluvi inutili 
di quell'assenzio
rendi anima e sangue
e come allora
ne ricavi silenzio



(mercoledì, 15 giugno 2005)

In fame proposta






(lunedì, 06 giugno 2005)

anche stanotte
è una notte di meno
e guardi le stelle
puttana di cuori
regina di danari

seconda pelle
e ricordi dolenti
in un gioco di carne
percorso 
ad occhi spenti

anche stanotte
le tue voglie rimaste
come una macchia 
d'anima
sul letto


Nessun commento:

Posta un commento